Luna di Seta / Silky Moon
Como, Italia
Edoardo Romagnoli
Edoardo Romagnoli (www.edoardoromagnoli.net) vive e lavora a Milano.
Inizia a fotografare durante i suoi viaggi e per diversi anni si dedica al reportage. Dagli anni novanta sviluppa la sua ricerca artistica ed espone in mostre collettive e personali in Italia e all’Estero.
La prima foto alla luna risale al 1988 e rappresenta l’inizio del suo lavoro più conosciuto. La luna è oggetto di una instancabile osservazione; Romagnoli ne fa la protagonista delle sue lunghe sperimentazioni rinnovando a ogni scatto il fascino originale che lo rapisce.
Il lavoro rivolto alla luna è in costante sviluppo e si approfondisce nel tempo come un dialogo sempre più serrato, senza mai indugiare su i risultati ottenuti.
Tutte le fotografie sono realizzate muovendo la macchina e senza interventi di post produzione.
La mostra fonde arte fotografica, arte serica e un viaggio sulla Luna.
In esposizione alcune fotografie della collezione mossi di Luna di Edoardo Romagnoli, realizzate senza interventi di post produzione; alcuni scatti sono stati riprodotti su seta amplificando così, con la luminosità del filato serico, l’effetto della luce lunare.
L’exhibit Moondo-Discover yourself, realizzato dai ragazzi e dagli insegnanti del Liceo Artigianale di Cometa Formazione mostra il sorgere della Terra dalla Luna.
Accoglie il pubblico l’installazione Cocoon prodotta da Fondazione Alessandro Volta per 8208 Lighting Design Festival 2017.
In collaborazione con Museo della Seta di Como, Liceo Artigianale di Cometa Formazione, con il sostegno di Stamperia di Lipomo. INGRESSO LIBERO ALLA SOLA MOSTRA
ENGLISH TEXT
The exhibition fuses together photos, silk and a journey to the Moon.
On display photographs without post-production interventions from Moon collection by Edoardo Romagnoli.
Some shots have been reproduced on silk.
The interactive exhibit Moondo-Discover yourself (by Liceo Artigianale - Cometa Formazione) shows the rising of the Earth from the Moon, while Cocoon, an installation produced by the Alessandro Volta Foundation for the 8208 Lighting Design Festival 2017, welcomes the public.
In collaboration with Como Silk Museum, Liceo Artigianale Cometa Formazione, Stamperia di Lipomo. FREE ENTRANCE LIMITED TO THE EXHIBITION
Guardare alla luna è una delle attività inevitabili a cui è difficile sottrarsi: si può rimanere incantati, ci si può affidare alla sua pallida luce per orientarsi nella notte, ci si può dedicare ad immaginarie strofe poetiche.
Si può tentare arditamente di salirci con una scala a pioli come nei racconti di Italo Calvino per sprofondare nella sua paventata mollezza.
Si può decidere la sortita alla terra dei selenidi, come scrive Luciano di Samosata nel II secolo d.C., immaginandosi come Odisseo in un viaggio verticale a bordo di un naviglio con cinquanta prodi avventurieri, che imbattendosi in un tifone al di là delle colonne d’Ercole spinge, dopo otto giorni di volo siderale, il manipolo in “una terra vasta come un'isola, splendente e sferica e illuminata da una grande luce”, la Luna.
Si può davvero raggiungere con un razzo, un viaggio verticale che il 20 luglio 1969, con l’epocale missione Apollo 11, portò i primi uomini in carne ed ossa a mettere piede sul suolo lunare.
Salire alla Luna sembra anche esser occupazione principale degli artisti e dei letterati: il filosofo e scrittore francese Cyrano de Bergerac nel XVII secolo si immagina nei suoi racconti fantastici una salita celeste all’astro notturno trainato da cigni imperiali legati ad un cocchio, ma anche attraverso una laboriosa ascesa ottenuta per l’alchemica evaporazione della rugiada mattutina utilizzata come propellente per complessi alambicchi cosmici.
Ma se i più la luna l’amano alla follia, come il paladino Astolfo che sulla luna è costretto a ricercare il senno perduto di Orlando , per altri come Filippo Tommaso Marinetti il pallido disco notturno e la sua emanazione romantica è da costringere e da sbriciolare sotto il maglio compressore della modernità, uccidendone l’emanazione sotto il fragore metallico della luce elettrica.
La luna di Romagnoli è invece altra faccenda, l’autore ha un modo molto personale per mettersi in contatto con la sua Luna: da anni la corteggia ed Essa si lascia corteggiare. Da una complicità sempre rinnovata nascono le figure metafisiche che a tratti ci ricordano un filo di seta che autografa il buio delle immagini. Lo scatto si consolida attraverso un gesto che rapisce la forma dell’astro, dal filo arcuato sottile delle prime fasi al tondo della maturazione.
Romagnoli cattura la metamorfosi della sagoma lunare in una linea di luce senza peso: è l’idea del gesto misurato che sa cogliere nel tempo espositivo l’evoluzione dell’effemeride dell’astro. La luna è compagna di gioco in inedite ed insolite evoluzioni grafiche, misurate in una danza dove i passi del fotografo e il movimento della luna si sommano in una complicità totale del disegno in corsa all’inseguimento della luce.
Non un caso che Romagnoli e la sua luna siano entrati proprio quest’anno al Museo della Seta di Como, a esattamente cinquant’anni dal primo allunaggio e in occasione del bicentenario della stesura di una delle composizioni più significative della letteratura italiana del XIX secolo, Alla luna di Giacomo Leopardi.
Ancora e in ultimo, proprio quest’anno si celebra il quinto centenario della morte di Leonardo da Vinci (2 maggio 1519) che, tra gli essenziali contributi artistici e scientifici, per primo descrisse il fenomeno della «luce cinerea», durante il quale si scorge la falce lunare splendente per l'illuminazione della luce solare e nel contempo la rimanente parte del disco lunare, la quale appare tenuemente illuminata e di tinta grigio-cenere.
Le opere esposte, lune di forme e colori diversi, sono un’ode alla luna, l’astro d’argento che tanti nei secoli ha fatto sognare, innamorare, parlare, studiare, e che ancora oggi non smette di meravigliare e incantare.